Giovedì 29 novembre, al Collegio Gallio, il nostro Vescovo ha incontrato un folto gruppo di docenti delle Scuole Paritarie Cattoliche della diocesi. L’incontro, promosso dall’Ufficio di Pastorale della Scuola e dell’Università, su sollecitazione del Vescovo Oscar, ha visto la partecipazione di quasi tutti gli istituti presenti sul territorio della nostra diocesi. E’ stato un momento intenso di dialogo, a partire dalla presentazione fatta dal nuovo Rettore del Gallio, padre Giampiero Borsani; dal Direttore dell’Ufficio, don Andrea Messaggi; da Alfonso Corbella a nome dei responsabili delle Scuole partecipanti al Tavolo di Coordinamento Diocesano delle scuole cattoliche, dalle domande poste dai docenti, genitori e studenti presenti all’incontro.
Il Vescovo non si è sottratto al dialogo e ha risposto tracciando alcune linee di una rinnovata collaborazione tra Diocesi e Scuole Paritarie Cattoliche del territorio. Riportiamo alcuni di questi passaggi.
- La scuola assume per la comunità cristiana una importanza strategica, vitale. Essa è luogo di evangelizzazione, forse uno dei pochi che è rimasto attraverso cui raggiungere i giovani e le loro famiglie. La diocesi deve sentire e trattare la scuola cattolica come una realtà inserita e radicata nella propria trama vitale, così da considerarla come “scuolad ella comunità cristiana” e non solo di una parte…
- Mi auguro che cresca sempre più un senso di corresponsabilità e di cooperazione tra i diversi Istituti, essendo parte di un unico progetto pastorale, che sappia declinare cultura, fede e vita, nella continua attenzione che i contenuti educativi, espressi dalle diverse discipline, corrispondano alla visione cristiana dell’uomo…
- E’ importante perché una scuola cattolica possa realizzare il suo progetto formativo, la formazione (permanente) degli insegnanti, quale impegno intrinsecamente qualificante. Ed è compio della comunità cristiana fornire occasioni di aggiornamento, di studio e di confronto.
- So bene che, per le ristrettezze economiche, gli insegnanti sono mal pagati. Lo Stato non ha interesse a retribuire la scuola cattolica. Siamo una delle poche nazioni in Europa in cui gli insegnanti non sono retribuiti dallo Stato. Perciò spesso sono una presenza “provvisoria”, in attesa di inserirsi nelle graduatorie statali; tuttavia è onesto pensare che il tempo vissuto in una scuola cattolica è una occasione di crescita per conoscere e approfondire ciò che caratterizza la “novità cristiana”, capace di generare un progetto educativo che accosti i valori profondamente umani (verità, giustizia, libertà, amore universale), alla visione specifica del mondo, della vita, della cultura e della storia, che proviene dagli insegnamenti del Vangelo.
- Vorrei che gli insegnanti considerassero il loro insegnamento (che è sempre un’azione pedagogica incisiva) come un ministero, cioè un servizio prezioso che essi svolgono in nome della Chiesa a favore delle famiglie e dei ragazzi stessi, e non un semplice mestiere in cui mettere a frutto il proprio sapere.
- Se la famiglia è il primo nucleo di relazioni (con il padre, la madre, i fratelli e le sorelle), la scuola è un luogo di incontro. (…) Nella scuola noi socializziamo. La scuola è la prima società che integra la famiglia, perciò non vanno mai contrapposte famiglia e scuola: sono complementari. Dice un proverbio africano: per un educare un figlio ci vuole un villaggio.
Al termine dell’incontro il Vescovo ha invitato i responsabili nel lavoro di coordinamento delle proposte formative delle Scuole Cattoliche Paritarie, partecipando con passione al Tavolo di Coordinamento.