Essere “insieme attori ed alleati” per affrontare le nuove sfide e favorire iniziative di collaborazione sia a livello nazionale che territoriale.
È questo il pilastro centrale del “Manifesto per l’Università”, un testo congiunto che mercoledì 15 maggio 2019 Mons. Stefano Russo, Segretario Generale della CEI, e il Prof. Gaetano Manfredi, Rettore dell’Università degli studi di Napoli “Federico II” e Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI), hanno firmato presso la sede della CRUI, in piazza Rondanini, 48 a Roma.
Il “Manifesto per l’Università” si apre con una serie di punti riguardanti l’identità dell’Università su cui CEI e CRUI esprimono concordanza di vedute. Fra questi: il diritto all’educazione e alla cultura; l’Università come comunità di studio, di ricerca e di vita; la necessità di promuovere una cultura del dialogo e della libertà. Altri temi oggetto di interesse riguardano l’umanesimo solidale, l’autonomia e la sussidiarietà, l’integrazione delle competenze e la cultura digitale. Per dare sostanza a questi temi, l’accordo punta alla costruzione di reti, al fine di promuovere la cittadinanza globale e lo sviluppo sostenibile.
In questo quadro, CEI e CRUI riconoscono il valore della collaborazione reciproca, nel rispetto delle specifiche finalità, mediante azioni quali lo scambio di esperienze, la promozione di iniziative e progetti sui temi del “Manifesto”, compresi accordi e protocolli fra le Università e le Diocesi italiane, e il rilancio della “terza missione” dell’Università.
Ecco il testo completo del “Manifesto per l’Università”:
Riconoscendo vicendevolmente il loro ruolo formativo e culturale nella società italiana, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) e la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) desiderano, di fronte alle nuove sfide, essere insieme attori ed alleati, condividendo questo manifesto con le persone e le istituzioni che vogliano farlo proprio.
Diritto all’educazione e alla cultura. Tutti gli esseri umani di qualunque etnia, condizione ed età, in forza della loro dignità di persona hanno il diritto inalienabile a un’educazione che risponda alla vocazione e alle attitudini proprie di ciascuno, sia conforme alla cultura e alle tradizioni del loro Paese e aperta a una fraterna convivenza con gli altri popoli. Tale educazione deve promuovere la formazione della persona umana sia in vista del suo fine ultimo, sia per il bene comune dei vari gruppi di cui l’uomo è membro e dell’intera famiglia umana. A ciascuno, dunque, deve essere assicurata un’educazione di qualità, che riconosca il diritto di ogni persona alla cultura e comprenda opportunità di apprendimento e crescita per tutti.
L’Università come comunità di studio, di ricerca e di vita. Una cultura e un’educazione conformi alla dignità umana devono vedere la persona al centro dei percorsi formativi, in un quadro di relazioni che costituiscano una comunità viva, interdipendente, orientata da finalità comuni. In particolare, le comunità accademiche siano costruite come luoghi di studio, di ricerca e di incontro intergenerazionale, volte alla crescita personale e alla promozione di un autentico umanesimo. In questo contesto è decisivo che le Università offrano all’intera comunità accademica, e in special modo ai giovani, servizi di accoglienza e di ascolto, di sostegno materiale e di assistenza psicologica, morale e spirituale, in fruttuosa sinergia con enti e servizi della società civile e con le istituzioni religiose, guardando ai bisogni delle persone e superando ogni possibile discriminazione e precomprensione ideologica, politica o religiosa.
Un umanesimo solidale. Al fine di umanizzare l’educazione occorre promuovere processi formativi aperti e solidali, inclusivi e volti a promuovere i talenti individuali, estendendo il perimetro delle aule ad ogni angolo del vissuto sociale nel quale l’educazione può generare solidarietà, crescita, comunione. Per questo, alle istituzioni formative è chiesto di offrire percorsi di studio che tengano conto delle particolari caratteristiche dei diversi alunni in termini di età, istruzione, background e condizione sociale, incentivando altresì l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita. Al raggiungimento di questi obiettivi concorre inoltre la formazione di una coscienza storica, basata sulla consapevolezza dell’inscindibile unità tra le generazioni passate, presenti e future, legate fra loro da un rapporto di solidarietà universale.
Una cultura del dialogo e della libertà. L’Università, fondata sulla libertà di educazione e ricerca scientifica, è un ambiente particolarmente favorevole per promuovere una cultura del dialogo, i cui requisiti sono il rispetto e l’uguaglianza. A partire dai loro valori positivi di amore, speranza e salvezza, le religioni rivestono un ruolo rilevante per il conseguimento degli obiettivi di cooperazione e di pace. Per questo occorre riconoscere il loro contributo alla sfera pubblica, nel quadro di rispetto e collaborazione propri del principio di laicità. Nell’Università sia dunque garantito a tutti l’esercizio delle libertà costituzionali, comprese quelle relative al credo religioso, e si vigili affinché sia evitata qualunque discriminazione.
Autonomia e sussidiarietà. Il sistema dell’autonomia universitaria chiede di essere valorizzato in ogni sede nazionale e internazionale, mediante attività di coordinamento, di indirizzo, di tutela e di promozione degli Atenei e contribuendo attivamente allo sviluppo di un coerente sistema europeo per l’alta formazione e la ricerca, in cui la libera scelta dei giovani sia favorita da opportune azioni. Ciò comporta anche l’allargamento delle collaborazioni e l’impegno a elevare la funzionalità, la qualità e il prestigio, anche internazionale, del sistema universitario italiano. In tale fecondo dialogo siano incluse le realtà ecclesiastiche di alta formazione, nel quadro di un’aperta sinergia fra tutte le istanze che fermentano la crescita della coscienza umana universale e secondo il principio dell’unità del sapere, nella distinzione e nel rispetto delle sue molteplici e convergenti espressioni.
Integrazione tra competenze formali e informali. Guardando al contesto nazionale e internazionale, appare necessario riconoscere i tesori contenuti nelle esperienze e nelle competenze acquisite in ambito non formale o informale, con una particolare attenzione alle competenze trasversali (soft skills). Gli istituti di istruzione e formazione, dunque, ricerchino modalità coerenti per il riconoscimento e la valorizzazione di esse, favorendo in particolare esperienze di service learning, volontariato e pratica sportiva.
Una rete globale. La promozione di una cittadinanza globale appartiene agli obiettivi delle reti di collaborazioni promosse a diverso livello istituzionale nel mondo accademico, sociale e religioso. In questo quadro, si dovranno attuare iniziative di vario tipo per facilitare lo scambio culturale e la mobilità degli studenti e dei docenti. Risulta importante, inoltre, fornire un sostegno attivo a tutte le iniziative intraprese per il riconoscimento delle qualifiche e delle capacità acquisite, al fine di raggiungere un quadro di qualificazione a livello mondiale.
Uno sviluppo integrale e sostenibile. Per il bene delle persone e soprattutto delle nuove generazioni, appare prioritario diffondere saperi e strumenti che promuovano uno sviluppo integrale e sostenibile delle nostre società. Per questo, occorre adoperarsi al fine di promuovere i valori sociali e ambientali della custodia della casa comune e dell’unità di tutta la famiglia umana, migliorando le collaborazioni interdisciplinari e aumentando il peso delle dimensioni sociali e culturali nei programmi di sviluppo sostenibile dell’istruzione e in tutte le iniziative formative.
Cultura digitale. Affinché la dimensione digitale possa essere un effettivo motore di crescita e di sviluppo delle persone e delle nazioni, è necessario impegnarsi in un dialogo intergenerazionale che generi una cultura, un’etica ed una organizzazione del sapere e del pensiero capace di affrontare la rivoluzione digitale mettendo al primo posto il bene delle persone e il bene comune nel suo complesso.
Al fine di dare attuazione a tali obiettivi, CRUI e CEI si impegnano a:
Favorire lo scambio reciproco di esperienze e informazioni che siano in linea con quanto esposto nel manifesto (convegni, tavoli di lavoro tematici, ricerche e studi), compresa la promozione di iniziative comuni e la partecipazione ad eventi significativi di ambo le parti.
Inserire nei programmi per la formazione delle giovani generazioni e sui nuovi modelli di orientamento insegnamenti e moduli che diano conto dell’unitarietà della dimensione spirituale e culturale.
Favorire iniziative, progetti e contesti relazionali nelle singole Università che umanizzino lo studio e la ricerca e valorizzino una didattica attenta alla persona e orientata alla formazione di una coscienza critica e solidale.
Promuovere, attraverso i rispettivi canali informativi e presso gli enti territoriali afferenti a CRUI e CEI, comprese le associazioni e i coordinamenti pertinenti, eventi e occasioni di scambio sui temi del presente manifesto autonomamente gestiti dalle parti.
Favorire la nascita di accordi, protocolli di intesa e strumenti pattizi a livello locale e territoriale fra gli Atenei e le Diocesi d’Italia, per promuovere servizi e strutture calibrati alle necessità integrali della persona.
Condividere esperienze e promozione di progetti di ricerca e di attività per rilanciare la “terza missione” dell’Università.
Favorire esperienze di volontariato e tirocinio su progetti condivisi tra Università e Diocesi.
Promuovere azioni congiunte nei confronti delle istituzioni culturali, politiche, amministrative e sociali, nazionali e locali, rispetto ai temi del presente manifesto.
Prevedere una linea diretta di dialogo tra le istituzioni attraverso specifici delegati.