Il cammino sinodale è un’opportunità che non si può perdere, il cui esito è tutt’altro che scontato, spetta quindi a ciascuno dare il suo contributo, in particolare nel vasto campo dell’educazione e della formazione. Partendo da questa certezza S.E. Mons. Claudio Giuliodori, Presidente della Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università della CEI, ha modulato il suo intervento sul tema “Al cuore del cammino sinodale: tappe, incontri e temi per il discernimento ecclesiale nella scuola”, con cui si è conclusa l’ultima giornata di lavori del Convegno UNESU-IRC.
“Affrontare i cantieri della scuola e dell’IRC nel contesto del cammino Sinodale della CEI è un orizzonte operativo essenziale e irrinunciabile”, ha ricordato Mons. Giuliodori, “bisogna però ricordare una serie di pilastri che fanno da sostegno e da puntello a questa sfida. Innanzitutto non lasciare cadere il documento Educare, infinito presente in tutta la sua ricchezza, cogliere poi le opportunità culturali e pastorali offerti dal Patto educativo globale promosso da Papa Francesco, rimodulare il linguaggio ecclesiale in funzione dei giovani. Senza dimenticare le problematiche socio-culturali che stanno condizionando i processi educativi e formativi che richiedono un’alleanza forte con un protagonista ineludibile come la famiglia”.
Dalla Commissione Episcopale, ha evidenziato Mons. Giuliodori, scaturisce quindi: “La consapevolezza di allargare la questione educativa nel versante dell’antropologia culturale considerando le questioni di genere, la percezione alterata offerta dai social, l’affacciarsi dell’intelligenza artificiale, l’impatto delle nuove tecnologie sul sistema educativo”. Consapevoli, però che “la chiesa cattolica vive un momento di emorragia. Dal 2000, anno della legge sulla parità, la diminuzione delle scuole cattoliche, a oggi, tocca il 40%”, ha ricordato Mons. Giuliodori.
Aspetti che hanno trovato eco anche nella relazione finale del prof. Ernesto Diaco, Direttore dell’UNESU e dell’IRC su cosa si muove nel cantiere scuola e insegnamento della religione cattolica. “La prospettiva in cui ci troviamo è sempre quella della Chiesa nella scuola e per la scuola come indicato da Papa Francesco”, ha ricordato il Direttore, “scuola intesa come luogo esistenziale che coinvolge non solo i professionisti dell’insegnamento, ma anche le famiglie e l’intera società. Per quel che riguarda l’attenzione alla scuola come esperienza di vita spiccano alcuni obiettivi “tra i quali la verifica della presenza delle consulte a livello diocesano, la disponibilità di persone che si spendano a livello locale, il tema della povertà educativa e dell’aiuto allo studio rispetto al quale l’ufficio ha offerto il documento In pieno inverno –Disuguaglianze e fragilità nel sistema educativo”.
Sono stati poi presentati alcuni documenti-guida nati nel cantiere scuola come L’identità della Scuola Cattolica per una cultura del dialogo, La tutela dei minori nella scuola cattolica e Valutare per valorizzare. “Frutto invece del cantiere dell’insegnamento per la religione cattolica”, ha aggiunto il direttore UNESU-IRC, “sono le 16 schede per conoscere l’ebraismo elaborate grazie alla collaborazione tra diversi uffici della CEI in collaborazione con l’Unione delle comunità ebraiche italiane”.
A conclusione della sua relazione il prof. Diaco ha proposto l’immagine della perla accostata all’insegnamento della religione nella scuola cattolica. “Perla perché sostanza preziosa che va riscoperta, da parte delle nostre comunità cristiane, tessuto vivo da cui sono sorti gli insegnanti di religione, sotto il profilo storico, culturale e soprattutto educativo. Perla, però, anche fragile che va custodita da alcune minacce e curata con attenzione”.
Piste di lavoro per i prossimi anni? “Un percorso ragionato verso il 40° dall’Intesa”, ha proposto Ernesto Diaco, “e costituire tre gruppi di lavoro temporanei su altrettanti aspetti: formazione degli uffici diocesani, ovvero dei direttori diocesani, un focus su questioni culturali emergenti – identità di genere, multiculturalismo – e poi una rinnovata applicazione nei confronti della didattica, ovvero dei libri di testo per l’IRC”.
In allegato la traccia della relazione di mons. Giuliodori.