Articolo di Bellusci Costantino

La Pedagogia dell’Ecumenismo: i valori ecumenici della Pedagogia

«Con la parola “Ecumenismo”, dal greco oikouméne (Terra abitata), si intende il dialogo che si instaura tra le chiese cristiane, ovvero tutto quello che pone in comunione gli insegnamenti evangelici e li fa mettere in pratica nel reciproco rispetto delle diverse confessioni religiose, con unità di in tenti e per amore della verità. L’Ecumenismo, pertanto, indica un cammino di riflessione e di maturazione da parte di tutte le comunità ecclesiali per ritrovarsi nella comune Casa di Dio Padre. Esso ha assunto anche delle connotazioni sociali e politiche, che indicano la necessità di acquisire una stessa identità, per creare comunione, nel rispetto delle singole individualità e differenze. Non è pensabile, infatti, un “ecumenismo” che veda la superiorità di una chiesa sull’altra o un appiattimento di tutte le chiese confluenti in un’unica Chiesa. Ciò significherebbe la morte di tutti e lo svilimento delle ricchezze che ogni chiesa porta con sé. Dio ha molti volti, lo Spirito Santo soffia dove vuole e conferisce vari carismi, per questo è bene che le Chiese rimangano con le proprie peculiarità liturgiche e rituali, ma con l’unica dottrina. Se di unità si deve parlare, dunque, questa deve essere nella pluralità. Bisogna, pertanto, creare una base minima e comune di fede per poter accedere all’unità e al dialogo che consiste nel credere in Gesù Cristo, Figlio di Dio e Salvatore del Mondo, e nella Trinità. La modalità di instaurare un dialogo tra le varie confessioni, con una comune missione di annuncio e di conoscenza del Cristianesimo, ce la propone Gesù con l’invito rivolto ai suoi apostoli: Andate e fate miei discepoli tutti i popoli (Mt. 28,19).

L’universale apertura ecclesiale si deve esplicitare, allora, in un atteggiamento di unità e di servizio di Dio verso l’uomo e dell’uomo verso Dio e verso il suo prossimo. Gesù, infatti, non è venuto sulla Terra per essere servito, ma per servire e ne dà l’esempio nell’Ultima Cena lavando i piedi ai suoi discepoli, “perché come ho fatto io, facciate anche voi” (Gv. 13,16).

 

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