L’introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica giunge da una proposta di legge di iniziativa popolare promossa dall’ANCI e da una serie di sollecitazioni portate in Parlamento dalle diverse forze politiche, con anche differenze piuttosto significative di carattere terminologico; tra le diciture più ricorrenti, a volte presentate come sinonimi e in altri casi volutamente discordanti, troviamo educazione civica, educazione alla cittadinanza, Costituzione e cittadinanza, educazione alla cittadinanza attiva, educazione civica e alla cittadinanza attiva… In queste diversità lessicali si può già scorgere l’articolato dibattito che ha accompagnato la formulazione del testo unificato approvato alla Camera e confermato al Senato che ha preso, in seguito, il nome di Legge n. 92 del 20 agosto 2019; in particolare, si possono cogliere due diverse prospettive: una che collegherebbe l’educazione civica a una concezione tradizionale, connessa alla conoscenza delle Istituzioni e all’apprendimento delle norme che governano la convivenza civile; l’altra che vedrebbe nell’educazione alla cittadinanza un’elaborazione più legata al coinvolgimento personale, alla partecipazione attiva, all’impegno per un mondo migliore, all’apertura interculturale e al dialogo costruttivo. In concreto, comunque, la norma finale congiunge queste due visioni e già nei principi1 ispiratori della Legge si propone come testo di sintesi, tenendo conto anche del fatto che a scuola tutti questi diversi aspetti sono presi in considerazione e contribuiscono insieme alla formazione civica e sociale di studentesse e studenti. Questo desiderio formativo globale, però, ha condotto alcuni a interrogarsi in merito al l’opportunità di sostituire l’insegnamento della religione cattolica (IRC) con il nuovo insegnamento trasversale dell’educazione civica, tanto da presentare in Senato una mozione con la quale i firmatari intendevano impegnare “il Governo ad avviare le procedure per la revisione del Concordato stipulato nel 1984 tra lo Stato Italiano e la Santa Sede” e a introdurre “un’ora obbligatoria di educazione civica” per far fronte in modo urgente e deciso a “un crescente imbarbarimento della vita civile”.
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