Articolo di Fabio Landi

Il punto della situazione nella formazione degli Insegnanti di Religione

 

  1. La solitudine degli Insegnanti di religione

La formazione in servizio degli insegnanti di religione (IdR) è una questione molto ampia che sembra richiedere sforzi ingenti in tante (troppe?) direzioni diverse. Forse però, preliminarmente, insisterei sull’opportunità che gli insegnanti abbiano innanzitutto occasioni per incontrarsi, per parlarsi, per progettare e per verificare insieme. Oggi i docenti sono spesso soli e gravati da mille incombenze. Fanno sempre più fatica a trovare tempi e spazi utili a una riflessione sul vissuto. Ne è prova il fatto che in qualsiasi tipo di riunione, se ne è data l’opportunità, gli insegnanti si dilunghino volentieri a raccontare e a raccontarsi. Al di là di un certo narcisismo che la professione forse incoraggia, mi pare che questa tendenza sia l’espressione di un bisogno, a volte inconsapevole, che chiede di immaginare processi più strutturati di confronto e di collaborazione.

La solitudine degli insegnanti oggi è anche quella che maggiormente li mette in crisi nel momento in cui si trovano ad affrontare sfide sempre più complesse sul fronte educativo e di gestione del gruppo classe. Essere da soli non aiuta e talvolta genera un vero e proprio smarrimento. D’altra parte, occorre riconoscere che, in alcuni casi, anche le difficoltà a cui vanno incontro gli studenti dipendono o comunque sono esasperate dall’autoreferenzialità dell’insegnante. L’incapacità a governare le proprie emozioni, la propensione a mettere al centro sé stesso piuttosto che la disciplina, come pure lo stress dovuto a un compito obiettivamente logorante possono produrre comportamenti controproducenti per la crescita degli alunni. Un confronto più abituale e una responsabilità più condivisa contribuirebbero non poco a mitigare alcuni eccessi e a rasserenare l’ambiente di apprendimento.

Per tutte queste considerazioni, quanto più aumenta la complessità del contesto scolastico tanto più mi pare necessario che gli IdR:

1) collaborino con gli altri docenti della propria scuola;

2) si confrontino tra loro, specie se impegnati su uno stesso ordine di scuola e/o uno stesso indirizzo;

3) collaborino in verticale con gli IdR degli altri ordini di scuola;

4) favoriscano le relazioni della scuola con altre risorse del territorio.

 

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