Anche la Federazione istituti attività educative (Fidae) ha fatto parte della delegazione italiana che ha partecipato al colloquio internazionale del Comitato europeo per l’insegnamento cattolico, tenutosi nei giorni scorsi a Bruxelles. “L’incontro – si legge in una nota – ha rappresentato un’importante occasione di confronto sulle tematiche che riguardano la scuola cattolica negli Stati europei”. Tra i partecipanti vescovi, presbiteri, diaconi e laici impegnati a diverso titolo nell’opera educativa.
Uno dei motivi di riflessione è stato il compito della scuola cattolica in un contesto in cui, specie nelle grandi città europee, la società sta diventando sempre più multi-etnica e multi-religiosa.
“Un simile contesto – afferma don Andrea Andretto, consigliere nazionale e rappresentante della Fidae al colloquio – non sembra tuttavia tenere lontane alcune problematiche che rendono il cittadino europeo individualista e incapace di dialogare; faccio esplicito riferimento alle nuove ideologie, alla radicalizzazione, alla secolarizzazione, che conducono la civiltà contemporanea a pensare che si possa vivere immersi in una ‘cultura senza religione’, e in una ‘religione senza cultura’”. “Il rischio concreto che l’Europa vive – prosegue – è quello di assistere al progressivo atrofizzarsi dei sensi spirituali dell’uomo”. Per don Andretto, “la scuola cattolica non deve catechizzare, ma la religione deve piuttosto divenire lo ‘strumento che interpella’ e invita a riflettere sulle questioni fondamentali: vita, morte, sofferenza, dipendenza”.
Per la presidente della Fidae, Virginia Kaladich, “le scuole cattoliche sono attente ai cambiamenti sociali e condividono la volontà di costruire un nuovo patto educativo, finalizzato a trasmettere alle giovani generazioni la capacità di dialogare con gli altri, a cominciare da coloro che professano diverse religioni”.