Qual è l’identità della scuola cattolica oggi? È questa la domanda alla quale si è cercato di dare risposta in occasione del webinar organizzato dalla Conferenza Episcopale Italiana lo scorso 11 ottobre.
Andare alla ricerca dell’identità della scuola cattolica attraverso i documenti del magistero della Chiesa, significa ripercorrere i testi prodotti in quasi mezzo secolo: si parte, infatti, nel 1977 col documento “La scuola cattolica”, fino ad arrivare ai giorni d’oggi col documento “L’identità della scuola cattolica per una cultura del dialogo”.
Il tema dell’identità deve essere affrontato tenendo presente due sfaccettature: la prima in quanto scuola, la seconda in quanto cattolica. Per fare ciò, ci viene in aiuto la Gravissimun Educationis nella quale si riporta che «la presenza della chiesa in campo scolastico si rivela in maniera particolare nella scuola cattolica. Al pari di altre scuole, questa persegue le finalità culturali proprie della scuola e la formazione umana dei giovani. Ma suo elemento caratteristico è di dar vita ad un ambiente comunitario scolastico permeato dallo spirito evangelico di libertà e comunità».
Pertanto l’identità, il ruolo e la missione di una scuola cattolica non si può ridurre a un mero insegnamento per leggere e scrivere, ma deve abbracciare la formazione integrale della persona, come chiaramente espresso nel già citato documento del 1977, dove si illustra che il compito della scuola cattolica «mira a formare il cristiano nelle virtù che lo specificano e lo abilitano a vivere la vita nuova nel Cristo consentendogli di collaborare in fedeltà nell’edificazione del regno di Dio».
In un’epoca di profonde trasformazioni, tra le sfide principali a cui si è chiamati a dare risposta, c’è quella di una scuola inclusiva che sia capace di essere attenta alle povertà, alle marginalità, che sia ecologica e che sia pacificatrice. La storia della scuola cattolica ci insegna che ha sempre posto grande attenzione verso gli ultimi, ai ragazzi con maggiori difficoltà: anche oggi, come allora, siamo chiamati ad esser vicini ed attenti a chi ha più bisogno anche perché, a volte, nell’organizzazione sociale attuale, si tende ad essere selettivi e non inclusivi, e vi è il rischio di lasciare indietro qualcuno perché non si pone attenzione a chi ha bisogno.
Tra le difficoltà identitarie a cui dare risposta, vi sono quelle legate alla carenza del personale religioso, risorse carismatiche dedite alla scuola che ne garantivano il progetto formativo; quelle legate alle nuove configurazioni sociali, che vedono la presenza di studenti provenienti da processi migratori; quelle relative a un corpo docente prevalentemente laico, non sempre in grado di stabilire e garantire continuità.
La scuola cattolica è chiamata oggi ad un coraggioso rinnovamento e non può essere pensata separatamente dalle altre istituzioni educative e gestita come corpo a parte, ma deve rapportarsi con il mondo della politica, dell’economia, della cultura e con la società nel suo complesso. L’eredità preziosa di una esperienza lunga secoli manifesta, infatti, la propria vitalità soprattutto nella capacità di innovazione.
Come indicato nel documento “Educare al dialogo interculturale nella scuola cattolica. Vivere insieme per una civiltà dell’amore” della Congregazione per l’educazione cattolica, la scuola cattolica deve farsi comunità educante nella quale la persona esprime se stessa e cresce umanamente in un processo di relazione dialogica, interagendo in modo costruttivo, esercitando la tolleranza, comprendendo i diversi punti di vista, creando fiducia in un ambiente di autentica concordia. Si instaura, così, la vera «comunità educativa, spazio di convivialità delle differenze. La scuola-comunità è luogo di incontro, promuove la partecipazione, dialoga con la famiglia, prima comunità di appartenenza degli alunni che la frequentano, rispettandone la cultura e ponendosi in profondo ascolto dei bisogni che incontra e delle attese di cui è destinataria».
Articolo di Fabio Monti per Servizio Coordinamento Scuole Cattoliche